MARVEL IT presenta:

I DIFENSORI

#51

di Fabio Furlanetto

Guest-Star

(o “Questa non è una saga” Parte 1 di 5)

 

 

In una remota dimensione, lontanissima dalla Terra.

(In realtà c’è un portale d’ingresso nel retrobottega di un negozio di dolci in Texas, solo che nessuno l’ha ancora scoperto).

Nella regione desertica di un pianeta un tempo capitale di un fiorente impero stellare, un uomo in armatura cremisi si fa spazio tra i clienti di un mercato all’aperto.

Perché qualcuno voglia aprire delle bancarelle in un deserto è un qualcosa che per adesso non considereremo.

L’uomo in armatura guarda tutti dall’alto al basso, nonostante l’altezza media della popolazioni superi la sua di una trentina di centimetri. La testa è l’unica parte del corpo a non essere ricoperta dall’armatura cremisi con rifiniture d’ebano, ed è quasi interamente coperta da stoffa cremisi.

La sua pelle legnosa e marmorea, di un grigio molto scuro, ed i suoi occhi che emanano una splendida fiamma azzurra sono gli unici dettagli visibili.

Si avvicina lentamente al bancone di un bar, che su questo pianeta si trovano di frequente sulla strada per colpa di indicibili tasse sulla proprietà.

I clienti prima lo ignorano, poi gli fanno spazio quando notano la grossa spada che porta legata alla cintura. L’elsa è nera, e il fodero ovviamente cremisi.

-Sei lontano da Yttr, straniero – constata l’oste. E’ dura passare inosservati quando tutti sul tuo pianeta hanno delle fornaci al posto degli occhi.

-Sto cercando un passaggio per il Crocevia delle Realtà più vicino. Puoi aiutarmi ?

-Dovresti sapere che non è facile attraversare il Crocevia, straniero. Bisogna sapere esattamente dove si sta andando per non perdersi tra le dimensioni…

-Ho una pista… - risponde pensieroso lo straniero, fissando un’immagine che ha in mano.

Un’immagine del Sancta Sanctorum del Dottor Strange.

I suoi occhi fiammeggianti si stringono sulla superficie riflettente dell’immagine, che ripone in un microscopico scompartimento dell’armatura.

-Hai uno stuzzicadenti ?

-Credevo che gli yttriani non avessero denti…

-Mi serve per combattere.

-Torn delle Valli Insanguinate !!! – urla qualcuno alle sue spalle – Sono qui per ucciderti !!!

Un nativo del luogo, un ammasso di muscoli di quattro metri d’altezza e svariati quintali di peso, carica verso di lui brandendo un’enorme spada ricurva.

-Sigh…

Reggendo lo stuzzicadenti con due dita, lo straniero alza il braccio senza voltarsi. Il filo della lama della spada si appoggia sulla punta dello stuzzicadenti.

La forza che l’energumeno ha messo nel colpo ha alzato molta polvere. Quando si posa, i clienti osservano a bocca aperta i le crepe che si formano ad una ad una sulla spada, ed i cocci di metallo che cadono pesantemente a terra.

L’energumeno crolla a terra, senza fiato e senza parole. Lo straniero si alza in piedi, e passandogli di fianco gli appoggia lo stuzzicadenti sulla testa.

-Bel colpo. Esercitati con questo e potresti anche imparare ad usare una spada.

 

In un’altra dimensione.

Terra, Aeroporto LaGuardia, New York.

Due donne osservano un aereo allontanarsi, immerse nei propri pensieri. Entrambe hanno lunghi capelli biondi, e nonostante siano vestite con abiti normali non passano certo inosservate.

-Non capirò mai come gli abitanti di Midgard sopportino questo fracasso infernale – rompe in ghiaccio la donna statuaria dalle trecce bionde.

-Senza offesa, ma io preferisco di gran lunga gli aerei ai cavalli alati – risponde l’altra donna, mettendosi le mani in tasca ed allontanandosi dalla finestra.

-Su, non avrai intenzione di startene lì a guardare finché non tornano ?

-L’abbandono dei compagni d’arme mi rattrista sempre, Carol. Troppi “arrivederci” sono diventati addii silenziosi nella mia vita. Hellcat …

-“Patsy”, Val. E’ solo una piccola vacanza… anche se non abbiamo fatto molto negli ultimi tempi.

Alzando le spalle, la Valchiria segue Carol Danvers verso l’uscita dell’aeroporto.

-Tu perché non l’hai seguita, Carol ? Come mortale, devi esserti stancata quanto lei.

-Per prima cosa, Val, ai mortali non piace essere chiamati “mortali”…

-Scusa. L’abitudine.

-Secondo…dopo essere passata attraverso l’esercito, i Vendicatori, la Guardia Imperiale e J. Jonah Jameson sono a mio agio con gli aspetti più terribili della vita, quindi la noia non è un problema così grande per me.

-Stai suggerendo che per Patsy non sia così, Carol ?

-Non prenderla dal lato sbagliato, Val, Patsy è come una sorella ma…ha cominciato ad essere Hellcat per combattere la noia.

-Carol, non per ferire il tuo ego ma Patsy ha per genero Satana ed è morta. Puoi essere stata una donna d’azione più a lungo di lei ma…

-Ehi, anch’io sono morta ! Anche tu sei morta ! Anche…

-Tu non sei morta.

-Questo non ha niente a che fare col mio discorso…

-Mi fcufi – si introduce un ragazzino sovrappeso con la faccia ricoperta di brufoli – Lei è miff Danferf ? La fcrittrice ? Potrebbe…

Abbassando la testa, il ragazzino porge un libro e una penna alla donna. Carol fa un largo sorriso.

-Scusa, Val, la celebrità chiama. Vedi perché non posso lasciare la città ? Il mio pubblico adorante. A chi devo fare la…ehi, questo non è il mio libro !!!

Infatti, la copertina è diversa. Il titolo a lettere cubitali: TI HO FREGATA 2: NON URLARE GRAZIE.

Il libro cambia forma, rilasciando una serie di tentacoli che si avvolgono attorno ai polsi di Carol. Prima che lei possa dire una parola, le manette diventano pesantissime e cadono a terra, costringendola ad inginocchiarsi.

Energie aliene le scorrono nelle vene, ed il potere di Miss Marvel si prepara a scatenarsi…senza arrivare mai.

-Odio quando succede – si lamenta Carol, ancora umana.

-Niente super-forza oggi, occhioni – risponde il ragazzino facendo segno di “no” con la mano.

-Chi sei !? – chiede la Valchiria, facendo un passo indietro e preparandosi a sguainare una spada invisibile.

-Non adesso, stangona – risponde il ragazzino, con voce adulta – Sono occupato, al momento.

Il ragazzino si avvicina a Carol, e la afferra quasi per i capelli prima che la Valchiria lo spinga indietro.

-Dicoti no !

-Davvero non ho voglia di restare a giocare…anche se forse potresti darmi il tuo numero di telefono, stangona, potrei trovare un giorno libero per-

-Mani in alto ! – ordina una delle guardie, puntando la pistola contro il ragazzino.

Il ragazzino alza le mani, ed in un istante la sua forma cambia. Al suo posto c’è un uomo adulto in un costume rosso e nero, armato fino ai denti, che sta sguainando due spade giapponesi che portava sulla schiena per tutto il tempo.

-Deadpool !!! – lo riconosce Carol, che sta cercando di sollevare i polsi dal pavimento.

-Avrei preferito “quel gran fusto di mercenario non-mutante con i poteri di guarigione, gran gusto nel vestire ottima mira, buona igiene dentale e notoriamente grande amatore”, ma sì, “Deadpool” ha ancora il suo fascino, non credete anche voi ?

Il mercenario impiega circa due secondi per dire tutta la frase, durante i quali ha disarmato la guardia con un rapido colpo di spada.

La Valchiria sguaina la spada che non aveva al fianco, e con un lampo di luce la bionda statuaria in jeans e maglietta ha lasciato il posto ad una bionda statuaria con un costume aderente nero e bikini di metallo scintillante.

-Wow – risponde Deadpool incrociando le spade – Mancano giusto la panna e l’idromassaggio, e questo è identico a un mio sogno ricorrente !

 

Periferia di New York City (qualunque cosa voglia dire).

I vigili del fuoco stanno cercando di spegnere un incendio particolarmente tenace che sta attaccando un condominio. Si sospetta un incendio doloso, perché ci sono diverse testimonianze su un rumore di esplosione che si è sentito poco prima che si vedessero le fiamme.

Una spada nera taglia il muro come se fosse burro fuso, ed un calcio lo fa cadere a terra. Il Cavaliere Nero entra nella stanza, usando il mantello per proteggersi dalle fiamme. Gli è stato detto che c’è una sola persona nel palazzo…

-Nottolone !!! Kyle, mi senti !?

“Razza di idiota” pensa Dane Whitman sotto l’elmo, facendosi strada tra le fiamme “Continuare a fare il super-eroe anche se è diventato cieco è un conto, ma questo è ridicolo…il suo senso sonar non può certo fargli vedere le fiamme !!!”

Alcune travi fiammeggianti gli cadono addosso, tagliate a metà dalla Lama d’Ebano. E’ chiaro che il palazzo non resisterà a lungo.

-Nottolone !!!

-Sono qui, Dane. Lasciami concentrare…

Seguendo il suono della voce del suo compagno di squadra, il Cavaliere Nero trova quello che stava cercando…più o meno.

In uno degli appartamenti trova un mostro avvolto dalle fiamme, una sorta di incrocio tra un polipo e un’aragosta con le ali. Resta senza parole in parte perché, onestamente, in vita sua ha visto parecchi mostri ma pochi brutti come questo.

In parte perché Nottolone è seduto per terra, in mezzo alle fiamme che gli danzano attorno, e non sta facendo nulla.

Il mostro si è agitato per la presenza del Cavaliere Nero, e sta sputando molto più fuoco.

-Kyle, attento !!!

Il Cavaliere Nero si scaglia verso la bestia, tagliandogli una zampa…o tentacolo…o non-voglio-proprio-sapere-a-cosa-serviva-quello.

Il risultato… la più grande esplosione di fuoco che vi possiate immaginare avvolge l’intero palazzo.

-Dane, ma che cavolo fai !? Non stava facendo niente di male !!!

-Sei impazzito ? Sta bruciando questo palazzo ! Stava per ucciderti !

-E’ il suo modo di parlare, razza di idiota ! La sua razza comunica emettendo un composto chimico altamente infiammabile nella nostra atmosfera !

Il mostro si rannicchia su se stesso, emanando più fuoco. Sta urlando.

Proteggendosi come può dal fuoco, il Cavaliere Nero trascina Nottolone nel corridoio, contro la sua volontà.

-Lasciami ! Devo finire di parlargli !

-Kyle, anche se stesse parlando, come facevi a capire… non emette un solo suono !

-Senti, non so spiegartelo, ma riesco a vedere il suo fuoco sotto forma di suoni…

-Il caldo deve averti dato alla testa. Il palazzo sta per crollare.

Ed ovviamente, per quanto riguarda la seconda parte, il Cavaliere Nero ha perfettamente ragione.

 

Aeroporto LaGuardia, New York.

Una piccola folla si è radunata attorno a due figure impegnate in uno scontro furibondo. Si muovono così rapidamente che le scintille delle spade che si scontrano quasi oscurano il resto della lotta.

Deadpool attacca senza sosta con le sue due spade, non dando alla Valchiria il tempo di fare altro che parare ogni singolo colpo.

-Dove abiti ? Perché hai una fissa per i cavalli e le armi dalla forma fallica ? Sei una bionda naturale ? Sono vere o il metallo è anche dentro ?

-QUALCUNO MI LIBERI O LO FACCIA TACERE !!! – urla Carol Danvers, ancora bloccata al suolo dalle manette pesantissime. Deadpool e la Valchiria sono proprio di fianco a lei, quindi è impossibile che qualcuno vada a soccorrerla.

Non che qualcuno abbia intenzione di farlo, lo scontro è avvincente, e girano già le prime scommesse.

-Che cosa vuoi ? Chi ti manda ? – chiede la Valchiria.

-Di che segno sei ? Tutte le donne si depilano le gambe su Asgard ? Hai anche un perizoma da mettere con quel bikini ? Posso comprartene uno ?

-Zitto e combatti !!!

Una delle spade di Deadpool si spezza a metà sotto i colpi della spada indistruttibile della Valchiria. Carol approfitta della sua distrazione per fargli lo sgambetto, e Deadpool cade ingloriosamente col sedere per terra.

-Credo si stia formando un certo feeling tra noi due. Non ingelosirla – sussurra il mercenario a Carol.

La Valchiria punta la propria spada sul collo di Deadpool, che preme un pulsante sulla cintura e scompare in un flash di luce rosa.

L’asgardiana è perplessa per un istante. Poi una mano le palpa il sedere.

-Wow. Sono davvero d’acciaio come sognavo !!!

Fumante di rabbia, la Valchiria si volta per colpire Deadpool…più che altro, per tagliarlo a metà. E ci riuscirebbe anche con un colpo del genere, se il mercenario non si fosse abbassato all’ultimo secondi disponibile e non avesse agganciato qualcosa al seno della Valchiria.

-Bye bye, stangona. Ci vediamo nei miei sogni.

La bomba cinetica esplode, scaraventando la dea contro un muro che le crolla addosso per l’impatto.

-Val !!! – grida Carol, usando tutte le proprie energie per alzarsi…sollevando le manette di tre millimetri – Come fa quest’affare a bloccare i miei…

-Siamo rimasti noi due, occhi dolci… spero non sia quel periodo del mese perché il mio teletrasporto è abbastanza…

Le macerie del muro tremano, e Carol sorride.

-Ops. Questo farà mooooooolto male – si rende conto Deadpool, subito prima che un pugno lo scaraventi dall’altra parte del corridoio.

-Tutto bene, Carol ? – chiede la Valchiria, il mantello avvolto attorno al petto per supplire alla mancanza di una parte critica del suo costume.

Sopprimendo un sorriso, Carol annuisce.

-Deadpool sta per tenere fede alla prima parte del suo nome…hai idea di quanto sia difficile trovare un reggipetto d’acciaio della mia misura !?

Sotto parecchie macerie, Deadpool si porta una mano alla testa.

-Mamma, non ho voglia di andare al riformatorio oggi…c’è una biondina con le trecce che mi picchia sempre…

-Tu – dice con tono minaccioso la Valchiria sollevandolo di peso dalle macerie – Che cosa vuoi da noi ?

-Tu. Io. Vaselina.

-Grrr…

Qualcosa cade dalla cintura di Deadpool…una provetta verde, che si rompe al contatto con il pavimento.

La Valchiria osserva incuriosita il liquido verdastro allargarsi, ribollire e prendere una forma spugnosa…sempre più grande, fino ad aprirsi come un uovo.

Dentro al quale c’è un bambino.

-Per l’unico occhio di Odino…

Lascia quasi andare Deadpool dallo stupore, e continua a fissare. Il bambino…cresce ad una rapidità disumana, dimostrando dieci anni in dieci secondi. La sua pelle è avvolta in un tessuto verdastro, molto aderente.

Ben presto è chiaro che si tratta di una femmina. Che si sviluppa ad una velocità fenomenale sotto gli occhi dei presenti.

A trenta secondi dalla rottura della fiala, c’è una donna adulta in piedi davanti alla Valchiria. E la colpisce con un pugno così forte da farle lasciare la presa.

-Serie M-2 attivata – dice la ragazza – Meno 17 generazioni al collasso. Scappa, Deadpool.

Il mercenario non se lo fa ripetere due volte, e si teletrasporta alle spalle di Carol Danvers.

-Tieniti forte, occhini blu, ti fa girare la testa quasi quanto la mia personalità magnetica.

Con un’esplosione di luce rosa, i due scompaiono dalla vista. La ragazza uscita dalla provetta si scoglie in una poltiglia verdastra, da cui escono due neonate.

La Valchiria si rialza in piedi, massaggiandosi il mento. E’ stato un ottimo pugno.

Le due bambine crescono in pochi secondi, diventando due gemelle identiche avvolte nella stessa tuta organica.

-Meno 16 generazioni al collasso – dicono all’unisono, e all’unisono si sciolgono in due poltiglie verdastre.

Da cui escono quattro neonate.

 

In una galassia a sei miliardi di anni-luce dalla Via Lattea.

Al centro di una delle piazze del gigantesco spazioporto che copre metà emisfero, un uomo sta intrattenendo da ore la folla.

Migliaia di senzienti si sono avvicinati per vedere questo stranissimo essere con due gambe, due braccia e la testa in fiamme.

-Ed è stato allora – racconta – Che ho guardato Galactus dritto negli occhi e gli ho detto…”Prova un po’ a ripeterlo !”

La folla reagisce con un gigantesco, corale “Ooohh”.

-Allora mi si avvicina il potente Thor ! Conoscete Thor ? No ? E’ un mostro gigantesco…più grande del vostro sole ! E brandiva Mjolnir, l’arma con cui macina i pianeti da dare in pasto a Galactus ! E mi dice, “Prima dovrai sconfiggere me, Firelord !” E io gli faccio, “Stai parlando con me ? No dico, stai parlando con me ? Perché non vedo nessun altro Firelord qui…” E lui mi dice…ehi, fate attenzione !

La folla si è infatti distratta, ed il mare di alieni si sposta per fare spazio ad un morto. Un giovane alieno è a terra, con un grosso buco al posto del corpo.

Dal cadavere si solleva una nebbia rossa, che poi si lancia contro un altro alieno che brandisce una pistola. La nebbia si concentra sulla sua mano, e scompare incidendo un simbolo sulla sua carne.

-Ha ! Ce l’ho fatta !!! Ce l’ho fatta !!! Ho sconfitto l’ultimo discendente…ed ho il Sigillo !

-Tu – dice Firelord, atterrando davanti all’alieno – Non ho visto il ragazzo commettere alcun crimine. Perché lo hai ucciso ?

-Stammi lontano, mostro ! Ora che ho il Sigillo, non posso perdere !

L’alieno punta l’arma alla testa di Firelord, e l’azione. L’unico risultato è che la sua mano viene disintegrata senza che Firelord si sia mosso.

-Mai sparare a bruciapelo contro un essere di energia cosmica – suggerisce Firelord, che non fa troppo caso alla nebbia rossa sollevata dai resti del braccio dell’alieno. La nebbia si concentra sulla fronte dell’ex araldo di Galactus, ed incide un simbolo.

-Cos’è…l’energia cosmica ? – chiede l’alieno, mentre la sua mano ricresce.

-Questo – risponde Firelord, appoggiandogli una mano sul petto.

L’alieno viene vaporizzato all’istante.

Firelord si porta la mano alla fronte, toccando il simbolo che vi è appena stato inciso.

-Cos’è questo ?

 

Aeroporto LaGuardia, New York.

Con un unico sforzo, la Valchiria si toglie di dosso le 32 gemelle identiche che sta combattendo. Cadute a terra, le donne si sciolgono in decine di poltiglie verdi.

Da cui escono 64 neonate, che invecchiano di un anno al secondo finché non dimostrano una trentina d’anni.

-Meno 11 generazioni al collasso – dicono tutte assieme le 64 gemelle appena nate.

-Non so quale magia vi abbia generate – risponde la Valchiria brandendo la sua spada – Ma so quale guerriera asgardiana vi fermerà.

L’esercito femminile carica contro di lei, e la Valchiria combatte con una furia leggendaria. La sua forza è ben superiore a quella di tutte le ragazze messe assieme, e le permette di vincere facilmente.

A terra una dopo l’altra, le donne si sciolgono ancora. 128 guerriere adulte sono pronte in meno di mezzo minuto.

-Meno 10 generazioni al collasso – dicono, gettandosi nella mischia. Sono così tante da non poter attaccare tutte assieme, ed il risultato è una montagna umana sotto cui viene sepolta la Valchiria…che, cominciando a stancarsi, se le toglie di dosso come foglie morte.

Le donne si sciolgono. Le neonate crescono. Un’altra armata è già pronta, ed occupa ogni spazio libero della stanza.

-Meno 9 generazioni al…

-Ora basta ! Qualunque mostruosità siate, è chiaro che non siete realmente vive… quindi non avrò rimorsi nel fermarvi !

Brandendo la sua spada, la Valchiria procede a colpire una dopo l’altra le 256 donne guerriere. Non è una battaglia lunga, perché basta un singolo colpo per far sì che esse si sciolgano in una poltiglia verde.

-Alfine…la vittoria…eh ?

Altre neonate si stanno alzando dalla poltiglia verde sparsa su tutto il pavimento. La Valchiria non perde tempo, e riduce a brandelli ogni cosa fuoriesca da quel liquido infernale.

Ma neanche la Valchiria è abbastanza veloce da fermare 512 esseri che nascono in un secondo. Ed anche se facesse in tempo, ne avrebbe 1024 da fermare.

Inizia a stancarsi di questa battaglia insensata. Le donne nascono una sopra all’altra, così tante e così rapidamente da non poter più restare tutte in piedi.

-Meno 6 generazioni al collasso – dicono insieme 2048 donne, una marea umana che investe in pieno la Valchiria.

 

Periferia di New York City (più o meno).

I vigili del fuoco osservano stupiti l’immenso rogo che si spegne da solo. Sono convinti di aver visto una delle cose più incredibili della loro vita, quando due uomini escono volando dall’edificio portandosi dietro una scia di fumo molto denso.

Grazie al jetpack di Nottolone, due super-eroi atterrano sul tetto di un palazzo vicino.

Il Cavaliere Nero tossisce per liberarsi i polmoni, prima di venire raggiunto dal gancio destro di Nottolone.

-Razza di impulsivo ! Adesso non sapremo mai da dove è venuto e cosa voleva !

-Ti avevo detto di aspettare il mio arrivo. Non c’è niente di male nell’aver bisogno di aiuto – risponde rabbioso il Cavaliere Nero…frenando i pugni. Nottolone è pur sempre cieco.

-Per quanto ne sappiamo, potresti aver appena scatenato una guerra interstellare…o quell’affare poteva scoppiare una volta morto !

-Ho dovuto agire sul momento… forse non ne era cosciente, ma se non fossi intervenuto quella fiammata ti avrebbe senz’altro incenerito.

-Quale fiammata ?

-Visto ? Non ti sei ancora abituato ai tuoi nuovi sensi. Ho avuto anch’io problemi fisici soprannaturali, Kyle, so benissimo quanto sia frustrante e…

Dane Withman si ferma, osservando incuriosito la leggera nebbia rossa che si dirige verso di lui e si posa sul suo guanto destro, quello che impugna la spada, prima di svanire.

-Che c’è ? Che succede ? – chiede Nottolone.

Il Cavaliere Nero rimette la spada nel fodero, si toglie il guanto ed ispeziona il simbolo che è appena stato inciso sulla sua carne.

-Cos’è questo ?

 

Aeroporto LaGuardia, New York.

Gli aspiranti viaggiatori ed il personale scappano dall’aeroporto, ormai ricoperto da cima a fondo da una poltiglia verdastra.

Da qualunque angolo abbastanza grande da contenere una persona, una marea incontrollabile di donne furiose che si spingono tra loro per raggiungere la Valchiria.

Per chi riesca a tenere il conto, sono 16384 a dire all’unisono in un coro assordante:

-Meno 3 generazioni al collasso.

La Valchiria è letteralmente sepolta sotto le donne che si stanno quasi combattendo da sole nel tentativo di colpirla. In poche ci riescono, data la folla; se non fosse di origini asgardiane, sarebbe già svenuta per il calore generato da così tanti corpi e dalla mancanza di ossigeno.

Nella confusione, una di loro riesce a sottrarle la sua spada. Si ribella, rabbiosa per la totale inutilità dello scontro e la sensazione di soffocamento del peso di migliaia di corpi che si spingono contro di lei.

Tutte le donne esplodono allo stesso tempo, silenziosamente, riempiendo l’intero aeroporto di ancora più poltiglia verdastra. La Valchiria recupera la sua spada, ma prima ancora che possa sollevarla si ritrova ricoperta di altre donne… che crescono anche dalle pareti, dal soffitto, dal suo costume, da qualunque punto o luogo toccato da quel maledettissimo liquido.

-Meno 2 generazioni al collasso – è il loro messaggio collettivo, quando sono così tante che nemmeno l’intero aeroporto basta più a contenerle.

In un urlo dettato dall’esasperazione più totale, la Valchiria torna a combattere. Rabbiosa e feroce come non mai, riduce in poltiglia tutte le donne che si avventano su di lei. Non ha più nemmeno bisogno di guardare dove colpire, deve solo muovere la spada a più non posso. Le assalitrici sono così onnipresenti che è totalmente impossibile mancarne una. Ancora un’esplosione di poltiglia.

In piedi nell’aeroporto deserto, la Valchiria riprende fiato. Il costume lacerato, il suo corpo ricoperto da capo a piedi di poltiglia verde che sta già generando un altro esercito.

-Doveste anche diventare…più di tutti i troll e i giganti di tutti e nove i mondi…la Valchiria non cesserà mai di combattervi !!!

-Ultima generazione prima del collasso – tuona una voce collettiva, che quasi copre l’urlo di battaglia della Valchiria.

La battaglia è troppo rapida, troppo feroce, troppo sanguinosa per essere descritta. E’ una battaglia come mai se ne sono viste su Midgard.

Ma è uno scontro completamente privo di senso. Decine di migliaia di donne si sciolgono in poltiglia verde, che per la prima volta fa qualcosa di diverso di riprodursi continuamente: evapora.

Coperta dai pochi stracci che erano il suo costume, in mezzo all’aeroporto devastato dai colpi della sua spada, la Valchiria osserva le sue nemiche scomparire.

-Carol… - è quello che dice, ed è il suo unico pensiero mentre ripone la spada nell’elsa per tornare alla sua forma mortale.

 

Carol Danvers finisce di vomitare la colazione prima di accorgersi di non essere più ammanettata.

-Odio odio odio odio ODIO il teletrasporto – chiarisce pulendosi la bocca – Dove mi hai portata, Deadpool ? Cosa vuoi da me ? Deadpool ?

Solo il silenzio le risponde. Poi, il rumore di una goccia che cade.

Si guarda intorno, cercando di capire dove si trovi…non capendolo. Sembra una fabbrica, ma non c’è nessuno ed i macchinari che non riconosce sono fermi.

Le gocce continuano a cadere. Una volta capito da dove provengono, si incammina verso di loro.

C’è una chiazza di liquido davanti a lei, formata dalle gocce che cadono da una crepa sul soffitto.

Gocce di una poltiglia verdastra. Da cui si forma una piccola mano.

Nonostante si consideri, con tutte le ragioni di questo mondo, una donna dai nervi d’acciaio, Carol Danvers urla.

La mano appartiene a un neonato, avvolto in una tuta aderente verdastra. Cresce rapidamente, raggiungendo i dieci anni in dieci secondi.

Carol indietreggia, guardandosi intorno per cercare qualche arma per difendersi…non trovando niente. Quando guarda ancora la forma di vita, è un’adolescente di colore sui dodici anni. Cresce fino all’età adulta sotto i suoi occhi, sorridendo.

-Buongiorno, miss Danvers. Mi scuso per i modi bruschi del mercenario… non ha idea di quanto sia difficile trovare buona manodopera al giorno d’oggi.

-Meglio crearsela da soli, eh ?

-Lei è intelligente come speravo, signorina. Io sono la Dirigente, serie M-4. Alto tasso d’invecchiamento, ottima stabilità biologica, riutilizzabile fino a 60 generazioni.

Durante il discorso della Direttrice, Carol cerca un’altra volta di trasformarsi in Miss Marvel…senza risultati. L’energia è ancora lì, ma non le obbedisce.

-Sono prigioniera ? – chiede.

-Spero vorrà pensarla diversamente.

-Anche tu la penserai diversamente quando ti avrò spaccato la faccia…

-Su, su, che maniere…dobbiamo ancora conoscerci bene. Benvenuta alla Fabbrica di Carne, signorina Danvers.

 

CONTINUA

 

Nel prossimo numero: Parte 2, “Niente cloni, forse”

 

Note

E’ difficile trovare qualcosa da dire, trovandosi alle spalle uno dei più lunghi cicli di storie di Marvel IT a cura dello stesso autore. Per la prima volta da cinque (!) anni Difensori cambia scrittore…e poco altro. Chi non ci ha detto addio negli ultimi numeri tornerà a tempo debito, Hellcat compresa.

Ora potrei dilungarmi su cosa definisce i Difensori e sul perché leggerli… ma se avete letto cinquanta numeri non vi serve (o comunque non sarebbe quello il vostro problema); se invece questo è il vostro primo numero a parte un “grazie” e un “leggete i vecchi numeri”, tutto quello che resta da dire è “risparmiate del tempo e non leggete le Note, hanno meno senso di tutta la storia”.

Non mi resta allora che ringraziare Fabio “leggete Dottor Strange” Volino per cinquanta storie e l’incoraggiamento a non lasciar cadere nel vuoto la serie, Carlo “chi me l’ha fatto fare” Monni per la supervisione, nonché Eriugena per avermi concesso l’uso di Firelord (che leggerete su Nova prima del prossimo millennio) e Deadpool (che forse leggerete da qualche parte in qualche forma).

Excelsior !